ore 21.00 CIRCO ZOE con lo spettacolo “NAUFRAGATA” presso ARENA DATURI
spettacolo di circo contemporaneo
ingresso intero 10 €, ridotto 5 €
Lo spettacolo ha posti limitati ed è obbligatoria la prenotazione.
PRENOTAZIONI E INFORMAZIONI AL: +39 353 4302346
di e con Chiara Sicoli, Anouck Blanchet, Adrien Fretard, Gael Manipoud, Simone Benedetti e Ivan Do-duc
musica dal vivo Marco Ghezzo, Marta Pistocchi e Diego Zanoli
luci e tecnica Yoann Breton
‘…Disse allora il traghettatore: “Non sostiamo,
Senza sospetto potremmo sprofondare:
Le isole non son che sogno vano,
Non sono terraferma a cui approdare
Ma trappole errabonde e vanno invano
Per le acque senza fine, con l’inganno:
Diconsi Vaganti, al largo gira, andiamo,
Molti viandanti pria di te vi hanno
Trovato triste morte o grande danno;
Mai più fece ritorno da quel lido
Chi vi ha posato piede
Vagare sempre deve, nel dubbio infido…’
Galapagos, Herman Melville
La necessità del movimento, non sostare per non arrivare mai. Sapere che la nostra arte come la nostra vita si genera dal cambiamento, dal movimento perpetuo. Respiriamo quell’aria di soave leggerezza che ci conduce a voler ripartire esattamente da quel punto di arrivo, perché non sia la fine, bensì parte viva di quel moto perpetuo che ci rende oltre che esseri viventi, artisti che non cercano una terra ferma sulla quale approdare. Allora la nostra necessità è quella di raccontare l’impossibilità di arrivare, ed ogni volta al posto di approdare e scendere, si riparte ma si resta vivi…
Il circo è vita, è Zoé.
E’ la nostra vita, la nostra creazione, la nostra opera d’arte. La parte più terrena, ancestrale, legata alla terra come una profonda necessità vitale. La più eterea, la libertà, il sogno. “Uomini tornate alla terra” affermava Zarathustra. Il nostro circo è terra e anima, nato per difendere quell’energia creatrice e generatrice capace di elargire esistenza.
Dove non esiste vita separata dall’opera d’arte coincidono per necessità, lì sacro e profano si inseguono attraverso il vero e la
rappresentazione.
Zoé è la vita naturale, nuda. E allora scegliamo l’itineranza, il gruppo e l’autonomia in opposizione alla produzione d’arte . L’itineranza è necessità in movimento. O così o niente. Perché siamo viscere e organi quando il corpo detta le regole del gioco. Siamo la necessità del corpo come il gesto che ne deriva. Onesto e concreto. Ma il nostro è il mondo delle illusioni, quello spazio di esistenza all’interno del quale esprimiamo la nostra massima sfida e la più misera delle sconfitte; ad ognuno la propria. Potenza e miseria, eterni e terreni, drammatici e ridicoli, poeti e manovali.